sabato 14 aprile 2012

A spasso tra lunigiana e garfagnana

Diana è stata comprata, bisognava solo trovare il momento per metterla in pista, per battezzarla per bene. Ma quando???? C'abbiam sempre un sacco di impegni.. (cosa avremo mai da fare...)?? Nonostante previsioni del tempo che definire infauste sarebbe un eufemismo, ci regaliamo 3 giorni a spasso tra Lunigiana e Garfagnana. Il calo delle temperature si avverte già sul treno che ci porta a Levanto, ma sulla bici ci sapremo scaldare. Dopo una lunga serie di gallerie ecco il mare che si staglia davanti ai nostri occhi unito ad un bel cielo azzurro. La nostra direzione invece punta dirirtta verso un bel cielo plumbeo, carico di nuvole cariche di... vabbè, questa è facile... Iniziamo a salire e già respiro di nuovo l'aria fresca e la libertà del cicloviaggio. La strada sale continua, morbida e trafficata fino all'ingresso dell'autostrada. Poi le macchine si diradano e continuiamo a pedalare con più intimità. Piccoli paesini sulle colline che ci circondano fanno da sfondo al panorama e sembrano invitarci a salire per una visitina. Passiamo per Borghetto Vara colpita nell'Ottobre dell'anno scorso da una terribile alluvione che lascia ancora i segni. La montagna è franata in più punti, i detriti trasportati dal fiume si trovano ancora sui suoi bordi o al centro del suo letto secco. Raggiungiamo Aulla dove ci fermiamo in un baretto. Dall'altra parte del bancone una ragazza simpatica ci fa usare il suo PC per rivalutare l'itinerario. La linea Porretta-Bologna non trasporta più biciclette da circa un anno, quindi il ritorno non potrà essere in treno e l'idea di percorrere una cinquantina di noiosissimi km per tornare a Casalecchio proprio non ci attira. Decidiamo per virare verso Lucca dandoci il tempo anche per un giretto in città. Per la giornata invece l'obiettivo potrebbe essere Casola in Lunigiana.. "Ma cosa andate a fare là, non c'è niente. Qui invece almeno c'è una discoteca.." Sai la voglia... Ci rimettiamo in sella ed arriviamo a Casola. "Vado a sentire al bar se sanno di qualche posti per dormire". All'interno il classico ambiente caldo pieno di uomini che giocano a carte davanti ad un bianchetto. La barista, una signorona rossa in viso, non ne sa granchè, ma la ricerca si estende a tutti i presenti. Si fa avanti un signore con la maglia dell'AVIS che prende il telefono e prova a chiamare l'ostello. E' pieno di tedeschi, niente posto. "Aspetta che provo dal Cecchi". Telefona ma anche li non c'è posto per la notte, ma una cugina ci potrebbe ospitare a casa sua. Dopo un paio di telefonate siamo già'd'accordo e pedaliamo in salita altri 5 km fin da "Cecchi, un bar ristorante che pare richiami gente da lontano per la sua cucina casalinga alla buona. Un signore sul bordo della strada si presenta. E' il marito della famosa cugina con cui ho parlato al telefono che ci accompagna a casa sua, poco distante dal bar. Entriamo e ci scaldiamo con una bella doccia. Fuori il panorama è di quelli da lasciarti un bel sorriso stampato in faccia. Davanti a noi il pizzo d'Uccello e il Pisanino, la cima più alta delle Alpi Apuane. Scendiamo a provare la cucina del Cecchi scoprendo che preparano solo su ordinazione, quindi se vogliamo mangiare qualcosa dobbiamo andare in pizzeria. Vabbè, intanto ci spariamo una bottiglia di vino della casa che ci costerà 2 euro... ora io dico.. 2 euro tutta la bottiglia... trinchiamo la boccia, pizzetta e a letto appena prima dello scoppio di un temporale che durerà tutta la notte. Alla mattina apro le imposte, fuori piove, il cielo è completamente grigio. Torno a letto e mi metto a leggere. Dopo un paio di ore la pioggia smette e il cielo apre qualche sprazzo di azzurro. Pronti a partire usciamo di casa e ci troviamo davanti alle Apuane compeltamente imbiancate. Spettacolo! Al freddo raggiungiamo il passo e poi via in discesaaaaaa... Ma la pioggia che riprende ci costringe ad uno spritz in un bar. Ripartiamo ed attraversiamo in un continuo e morbido saliscendi la Garfagnana fino a raggiungere Lucca. Spiovicchia. L'ostelllo ha posto e ci prendiamo una stanzetta. Il palazzo in cui si trova ha soffitti altissimi. Le camere sono a 2 piani... La sera usciamo a fare 2 passi in città e fa veramente freddo, per cui dopo mangiato torniamo all'ostello lasciando la visita della città al giorno dopo. Lucca è circondata da argini murati per un perimetro di circa 5 km. La mattina è pieno di gente, chi corre, chi va in bici, chi porta a spasso il cane, chi legge, tutti smaniosi di godersi il sole che dopo giorni si è mostrato facendo assaporare la possibilità magari anche di un insperato picnic da pasquetta. Girovaghiamo un po' per la città e poi puntiamo Pescia. Li ci aspettano fragole con la panna e un supergelato prima di prendere il treno che passando per Prato ci riporterà a Bologna. Da li a Casalecchio sarà una sgambatina interrotta solo da una media al Barazzo... il Pratello per festeggiare la fine di un bel viaggetto ci sta sempre bene..


giovedì 12 aprile 2012

Di ritorno dai campi profughi Saharawi

Siamo appena tornati dai campi. Per Margherita è stata la prima volta, per me la terza. E' stato bello rivedere amici e soprattutto constatare che tutto quello che è stato costruito negli anni precedenti continua pur tra le difficoltà. Per una casualità la settimana scelta ha coinciso con la Sahara Marathon. Il richiamo della corsa nel deserto è stato troppo forte e ci siamo iscritti. Ci hanno raccontato che quest'anno c'era molta meno gente rispetto agli anni passati. Il peso del rapimento dei 3 cooperanti si è fatto sentire. Sono giorni questi in cui si rincorre la voce della liberazione di Rossella, ma senza mai trovare le conferme che tutti aspettiamo. C'è comunque la voglia di correre e ci cimentiamo nella competizione. Io nella 21 Km e Margherita nella 10 Km. Si corre in pieno deserto. Ogni 2 Km un posto di rifornimento. Per lo più acqua, arance e datteri. Non ho mai corso una distanza così e farlo proprio qui ha un sapore del tutto speciale. Sole a picco ma temperatura accettabile ci hanno accompagnato su e giù per le poche dune presenti sul percorso. Per il resto tutto piano e in solitudine. Le distanze fra i concorrenti si fanno da subito tali da lasciare ognuno solo con se stesso. Intorno è sabbia a perdita d'occhio. All'uscita da Ausserd ed all'arrivo a Smara si viene accolti e salutati da donne e bambini festanti. Ad aggiungere allegria sono arrivati quelli del Circo Inzir, un gruppo di ragazzi e ragazze bolognesi che hanno partecipato con monocicli e giocolerie portando allegria. Rimarranno nei campi fino a metà Marzo per poi continuare il loro viaggio in Algeria e in Tunisia. A loro va un grosso in bocca al lupo!

All'arrivo a Smara sono stremato ma felice, cerco Marghe e quando le chiedo come è andata mi sento rispondere "Boh non so, quando sono arrivata mi gridavano "Campeona!" e mi hanno detto che sono arrivata prima"... Penso che si saranno sbagliati, ma sottovaluto le sue capacità atletiche che torneranno certamente utili durante i mesi che passeremo sui pedali. In effetti è arrivata prima tra le donne nella 10 Km. Ha vinto una medaglia che riusciremo a recuperare solo un paio di giorni dopo. Alla cerimonia purtroppo non partecipiamo perchè siamo ad un incontro con la Croce Rossa Internazionale che ci mostra ciò che stanno facendo nei campi ed i loro progetti per il 2012. Durante questo breve viaggio abbiamo incontrato anche il Ministro della Salute Saharawi, il responsabile della riabilitazione nei campi con cui ormai c'è un rapporto stretto, e i fisioterapisti locali che abbiamo formato fino ad ora. E' sempre bello e gratificante constatare che persone che non ti vedono da un paio di anni si ricordano subito di te e ti accolgono con un bel sorriso. Abbiamo condiviso con loro i problemi nel lavoro di fisioterapia che stanno svolgendo ed in particolare le carenze formative nel trattamento del bambino con Paralisi Cerebrale Infantile e ci siamo fatti un'idea su come strutturare la prossima fase di formazione per colmare queste lacune. Tutto il lavoro che si sta portando avanti nei campi è possibile grazie alla presenza di quella donna straordinaria che risponde al nome di Rossana e che da più di 10 anni si occupa di progetti per migliorare il livello della salute del popolo Saharawi. Ormai è più il tempo che vive nei campi di quello che passa a casa. Parla arabo e comunica con le madri come se abitasse lì da sempre. Ma soprattutto ha un amore sconfinato verso i bambini, soprattutto quelli più sfortunati. Grazie Rossana, un abbraccio fortissimo a te e a tutti quelli che qui in Italia lavorano per Rio de Oro, per accogliere i bambini in estate e per occuparsi dei diversi progetti. Anche se lo facciamo in tempi diversi siamo sempre parte della Ciurma!